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Trasfigurazione e fede

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Vivere la luce della Pasqua nelle relazioni che non muoiono

In questa seconda domenica di Quaresima Gesù con la Trasfigurazione dà un assaggio della Pasqua, spoilera la sua Resurrezione.

Gli elementi di questa anticipazione sono due: un cambiamento del corpo “il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” e la possibilità di continuare una relazione spezzata dalla morte “ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia”.

Con il nostro Battesimo per il dono dello Spirito Santo, noi già ora partecipiamo, anche se non pienamente, della Pasqua.

La fede non può e non deve essere un rifugio sicuro per la vita. La fede è un modo di vivere, un vivere continuo nella Resurrezione, nella Pasqua, nel tempo di Dio l’eternità e l’eternità si gusta unicamente nel costruire relazioni di vita: con me stesso, con gli altri, con il creato, con Dio. Relazioni che non si fermano al traguardo della morte.

La vita di Gesù è un esempio, anzi è l’esempio di vita di fede, per questo Dio Padre dice ai tre apostoli, ma anche a noi: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Allora sorgono spontanee queste domande:
Con che volto vivo la vita?
La mia vita esprime la luce che ho dentro?
Quanta relazione vivo e quante relazioni costruisco?


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