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La vita si racconta

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La vita associativa talvolta rischia di essere routine, avvitarsi In una ritualità che produce sicurezza, garantendo un rifugio dalle fatiche della vita. Rischia di dis-incarnarsi, di dimenticare la concretezza e di abitare le ferite e le contraddizioni che invece una frequenza paziente della complessità del mondo non manca di proporre alla condizione adulta. La sfida educativa per il mondo adulto inizia proprio da qui: dalla fedeltà a questa concretezza che irradia dall’abitare il faticoso e magnifico «mestiere di vivere», come lo aveva definito Cesare Pavese.

Crediamo che la nostra fede si giochi sempre e comunque nella vita vera e da essa muoviamo i primi passi del nostro cammino per ritornarvici dopo aver fatto risplendere su di essa la luce del Vangelo.

LA VITA SI RACCONTA

Il primo passo del percorso di ogni tappa prevede un momento in cui si racconta la vita. Tutta la vita che ci circonda.

Raccontare “la vita adulta” non è necessariamente ed immediatamente capire, ma semplicemente rievocare con la voce, con la mente e soprattutto con il cuore. Non è cercare risposte, ma sostare con pazienza nelle domande. È Io stesso esercizio che fanno i due discepoli sulla strada che va da Gerusalemme ad Emmaus. Ricordano e fanno emergere domande ed emozioni, in un percorso che li porti sempre più verso il centro di se stessi, verso il cuore. L’esercizio del racconto aiuta gli adulti a raccogliere l’esperienza, per poi rileggerla alla luce della parola di Dio. Anche i racconti degli altri sono una luce sulla nostra vita: toccano sentimenti, fanno emergere ricordi e convinzioni, risvegliano ferite perciò vanno accolti con rispetto. È nell’ascolto degli altri che si comprende meglio sé stessi. È un passaggio estremamente delicato che l’animatore del gruppo deve accompagnare con estrema sensibilità. È educare alla condivisione. Non serve rispondere né improvvisarsi dispensatori di consigli ad ogni intervento altrui. Serve educarsi a un autentico ascolto e confronto.

​Come raccontarsi?

Sono proposti tre modi diversi per cominciare a raccontare.

​Il primo è il taccuino.

  • Un taccuino per annotare fatti e frasi, nomi ed emozioni che attraversano le nostre giornate vissute spesso di corsa.
  • Un taccuino per sostare sulla realtà della nostra vita concreta e domandarci il significato di quello che abbiamo vissuto, senza pregiudizi, per cogliere i segni e le tracce del suo passaggio.
  • Un taccuino per ricordare quello che, prima, ci ha fatto battere il cuore, poi, ci ha fatto riconoscere nella nostra vita la sua presenza, e cominciare il dialogo interiore con il Padre.
  • Un taccuino per coltivare Io stupore dei suoi doni e vivere riconoscenti e grati.
  • Un taccuino per tornare poi subito alla città, come i due di Emmaus, a raccontare alla comunità quello che abbiamo vissuto e visto, come germogli di risurrezione.

Scrivere il taccuino con una certa costanza ci offre poi un abbondante materiale per raccontare la vita in gruppo. Il taccuino diventa nel tempo efficace allenamento personale a una fede concreta, ad una spiritualità essenziale fatta di Parola e vita.

II secondo spunto è per tutto il gruppo: in gioco è un’attività ludica e dinamica da vivere insieme e da cui lasciarsi coinvolgere per narrare in seguito la propria vita.

Allo specchio, il terzo spunto, parte da una provocazione culturale, attraverso un linguaggio diverso (cinema, musica, arte, letteratura, articoli di giornali, riviste) e invita a raccontare ciò che accade attorno, vicino o lontano: la cultura è una delle strade attraverso cui Dio comunica il suo messaggio. Ogni persona del gruppo, a partire dalla provocazione, si ferma a pensare e condivide un fatto, un racconto, le riflessioni e le emozioni che ha suscitato, si chiede come questa provocazione sta incrociando la propria vita. E racconta.

Sul sito materialiguide.azionecattolica.it per ogni tappa sono presentati altri riflessi della cultura, con la rispettiva scheda di presentazione, che l’animatore può decidere di utilizzare qui o in un altro momento. Inoltre, alla fine del testo o sui materiali online, si trovano altre cinque proposte culturali. (Corpo in cammino, Corpi in gioco, Un corpo mi hai preparato, Schede di approfondimento)

Tutti i riflessi della cultura del testo e del sito possono, infine, costituire un percorso parallelo, aperto alla comunità parrocchiale o cittadina, per offrire occasioni di riflessione, incontro e approfondimento culturale. È bello e interessante valorizzare come riflessi della cultura anche luoghi, tradizioni e opere che il territorio offre.

Per il passo La vita si racconta, l’animatore:

  • seleziona le suggestioni presenti nel testo, le integra, ne offre eventualmente di più incalzanti per la realtà concreta del gruppo;
  • modera il racconto: organizza lo scambio di narrazioni di esperienze e/o il confronto su fatti; distoglie da atteggiamenti giudicanti; guida all’ascolto dell’altro;
  • evita al gruppo di scadere nella lamentazione;
  • orienta la discussione verso l’essenziale;
  • si mette in gioco, adulto tra gli adulti;
  • non dispensa soluzioni e facili consigli.


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