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La famiglia: “Fortezza” di Letizia

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La prima cosa che ci viene in mente quando sentiamo la parola FORTEZZA è un castello inaccessibile, con un grande fossato intorno, il ponte levatoio e i soldati armati sulle torri pronti a gridare “chi va là!”. Ed anche noi, in questo ultimo anno, siamo stati costretti a restare rinchiusi nelle nostre case “fortezze” per proteggerci da un nemico invisibile e gridare con grande speranza dai nostri balconi “andrà tutto bene!”

E poi pensiamo “è passato un anno, la grande speranza è diventata piccola piccola, e non è andato per niente tutto bene”, ma è veramente quello che pensiamo? oppure è quello che sentiamo echeggiare nell’aria, che ci risuona nelle orecchie tanto da credere che sia un nostro pensiero? Questo è quello che verrebbe da pensare se la nostra FORTEZZA non fosse così salda da resistere ad ogni attacco, soprattutto dall’attacco più pericoloso di tutti, quello che viene dall’interno, che mina le fondamenta e che può distruggere senza far rumore e senza farsi vedere, proprio come questo nemico che ci sta insediando da oltre un anno nelle nostre famiglie e non ne vuole sapere di arrendersi!

Ma noi dobbiamo essere più perseveranti dei nostri “nemici” e coltivare la pazienza che è frutto delle tante prove che affrontiamo, e dentro le mura della nostra forte famiglia non dobbiamo abbatterci ed essere tristi, ma soprattutto non deve mai mancare la perfetta letizia perché come ci dice San Giacomo nella sua lettera “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.” (Gc 1, 2–4) Inoltre dobbiamo ascoltare e seguire gli “strateghi del Regno” che conoscono il vero segreto della Fortezza: nella parte più nascosta e inespugnabile, nel cuore, c’è uno scrigno in cui è custodito il “dono” del Signore, la Virtù della Fortezza, quella scintilla che “nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa.” (CCC 1808). E’ una scintilla capace di riaccendere il cuore di ogni famiglia che si sarà lasciata scoraggiare dalle avversità e farla risorgere più forte di prima!
La Fortezza ci spinge ad andare sempre avanti, ad andare sempre oltre, nonostante le nostre paure, nonostante le nostre debolezze, anzi proprio insieme alle nostre debolezze, perché è proprio Gesù che ci dice attraverso San Paolo “«Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,7-10) e lo sottolinea ancora di più nella lettera ai Filippesi “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13). Ma la cosa più importante è che la Fortezza non è una caratteristica esclusiva di alcune persone, di famiglie prescelte, che compiono magari atti coraggiosi o eroici. E proprio perché non è solo una virtù umana, ma è soprattutto un dono di Dio, uno dei sette doni dello Spirito Santo, chiunque può riceverlo, se lo invoca.

Perciò, in questo periodo, ancora di più che in altri, concludiamo le nostre chiacchierate tra famiglie
con l’esortazione: FORZA E CORAGGIO… E PREGHIERA!
Perché abbiamo la consapevolezza che la Forza è dono di Dio, il coraggio ci spinge ad agire nonostante tutto e la preghiera è la richiesta sincera ad un Padre che mai ci negherà nulla di quello che chiediamo per il nostro e l’altrui bene (la forza e il coraggio appunto), perché ci ama incondizionatamente e ci vuole felici, ci vuole santi insieme!

Maddalena Sinno e Massimiliano Carfagno


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