Fedeltà…fedeltà pur o pappagallo adda pruva… diceva un vecchio proverbio…no forse era Libertà ma pensandoci bene in coppia deve poter coesistere fedeltà e libertà, infatti tutta la nostra vita è costruita sulla fiducia. Ogni nostra azione implica un atto di abbandono verso qualcuno o qualcosa. Ebbene, come si applica tutto questo al nostro matrimonio?
Aver fiducia è, innanzitutto, essere sinceri l’uno per l’altro e allo stesso tempo riuscire a comunicare e a condividere l’amore, le preoccupazioni e i sentimenti.
Come dice papa Francesco, “la famiglia vive della promessa d’amore e di fedeltà che l’uomo e la donna si fanno l’un l’altra”.
Questa promessa di fedeltà è essere “lui per me e io per lui” (CC2,16). È tutto ciò che decidiamo di voler costruire insieme: è accoglienza verso i figli che il Signore dona; è prendersi cura dei genitori anziani; è accettare la Sua santa volontà; è aiutarsi reciprocamente per valorizzare al meglio le proprie qualità; è accettare i limiti; è attraversare insieme il dolore.
Essere fedeli a questa promessa significa rispondere ad una chiamata, a quel progetto di felicità che Dio ha da sempre per noi. Comprendiamo, allora, la nostra famiglia non è più solo per sé stessa ma si apre a tutta la comunità perché diventa un seme a servizio della collettività.
Lo sappiamo che potrebbe risultare un controsenso perché vediamo nella promessa un senso di obbligo, di vincolo, ma l’amore deve la sua bellezza proprio nella libertà del legame.
Dunque, come dice papa Francesco, libertà e fedeltà non si oppongono l’una all’altra, anzi, si sostengono a vicenda.
Il modello della famiglia di Nazaret diventa il nostro riferimento: la loro quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, diventa la nostra per viver le nostre sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, imparando a meditare nel cuore gli avvenimenti che si susseguono. Solo così riusciamo a riconoscere nella nostra storia familiare la promessa di fedeltà di Dio.
Dio è, infatti, un Dio fedele. Lui non ci abbandona.
Ecco che la fedeltà diventa fervente attesa, speranza attiva e pazienza operosa.
È fervente attesa perché impariamo ad attendere i tempi dell’altro senza giudicare e lasciandoci operare dai tempi di Dio. È speranza attiva da coltivare insieme che cresce nel tessuto quotidiano e si fa strada nelle piccole fatiche quotidiane. È pazienza operosa perché esercita il cuore a non condannare le cadute, ma a riempirsi di misericordia. Si attua davvero un vero miracolo che racchiude tutta la forza della fedeltà ricca di sacrificio, impegno, volontà, grazia e rispetto.
La fedeltà è, dunque, un vero capolavoro di umanità!
L’amore coniugale, è vero, esige fedeltà e quel “per sempre” o “finché morte non vi separi” quando c’è un cammino, un percorso vissuto insieme nella ricerca del bene dell’altro, nella reciprocità, intimità, tenerezza, stabilità non risulta senso di oppressione, anzi tutt’altro diventa una promessa di felicità che ha il profumo di eternità: è un patto di alleanza tra Dio e i coniugi.
Il matrimonio è, dunque, per noi un mistero inTREcciato tra noi e Dio Padre. Queste ci rende consapevoli che c’è qualcosa di più grande che tiene insieme il nostro rapporto.
Vincenzo Aliberti e Maddalena Apicella