Guardando quello che accade ogni giorno nei quartieri delle nostre città ovvero nelle tante periferie esistenziali del mondo, ci sembra di assistere ad un film con tante storie negative in cui prevalgono sopraffazione, corruzione, egoismo, violenza, odio, rabbia, discriminazione e povertà.
Nell’era dominata dai social le “brutte storie” fanno il giro del mondo in pochi istanti e in tanti ripetono espressioni del tipo “ è finito tutto”….” “ai miei tempi non era così”…. “in galera e buttiamo le chiavi”…… “ma quale perdono e rieducazione, devono essere condannati ad una pena esemplare”…..”vengono per prendersi il nostro lavoro….”.
Ma è davvero così? E noi cristiani mettiamo in risalto i tanti segni positivi che il Signore ancora oggi ci dona? Cosa facciamo per rendere più vivibili e belli gli ambienti che abitiamo?
Siamo persone di preghiera, ascolto e dialogo? Ricerchiamo con insistenza e carità la pace sociale o partecipiamo alle risse verbali o, peggio ancora, restiamo indifferenti ai vari dibattiti sui temi sociali ed etici?
L’Azione cattolica diocesana da tempo si spende per la formazione dei suoi soci, dai piccoli agli anziani, interpellando persone adulte nella fede che aiutano, con il loro vissuto, a comprendere meglio la società. Nel corso dell’ultima assemblea nazionale tenutasi a Roma dal 25.04.2021 al 02.05.2021, Truffelli diceva che l’Azione cattolica deve essere profetica e che il profeta è colui che concorre con umiltà e mitezza a far maturare le condizioni perché la storia si trasformi, colui che sa vedere di cosa davvero il suo tempo ha sete. Saremo un’AC profetica se sapremo leggere la realtà andando in profondità, e mostrare dentro di essa il bene che è all’opera. Se sapremo custodire i germogli di questo bene e favorirne la crescita con la pazienza del contadino, e con la perseveranza della sentinella, che anche dentro la notte sa dare testimonianza dell’alba che sopraggiunge. È questo ciò di cui siamo debitori al nostro tempo, alla Chiesa, alla società di cui facciamo parte, alle persone alle quali desideriamo farci prossimi.
Cercando di seguire questa sollecitazione l’Azione cattolica di Salerno-Campagna- Acerno è rimasta accanto alle persone, lo ha fatto prima e durante la pandemia, continuando a curare diverse e gravi ferite che si sono presentate lungo il cammino. I soci sono stati compagni di viaggio in un tempo difficile attraversandolo con cura e carità, nonostante i limiti derivanti dalla fatica quotidiana di conciliare la propria vita con la missione popolare.
Prendersi cura di una persona, di un territorio ovvero di un ambiente di lavoro non è facile, perché innanzitutto i soci di Ac non sono supereroi ovvero persone esenti da errori; poi per essere vicini all’altro ed al territorio occorre rivestirsi di umiltà e ricercare sempre il dialogo, tenendo bene in mente che si possono incontrare persone con i loro dubbi e problemi.
La formazione è una scelta costitutiva e qualificante dell’AC e con essa si intende offrire ai soci lo strumento per essere capace di muoversi tra la strade delle città, tenendo fisso lo sguardo su Gesù per aiutare il prossimo nelle varie condizioni di vita.
La pandemia, oltre a causare tanti decessi soprattutto negli anziani con una perdita di una ricca, critica e bella memoria storica, ha generato una crisi economica e le relazioni nella società sono diventate “più fredde”. In questo tempo, l’Ac diocesana, forte della Speranza che ha un volto ed un nome ben preciso ossia Gesù Cristo e consapevole che nelle difficoltà Dio non ci abbandona – il suo silenzio è solo apparente- si è mossa per dare un po’ di ristoro a persone in difficoltà. L’Ac ha continuato a tessere la tela delle relazioni non solo con collegamenti on-line, ma con incontri con testimoni del nostro tempo a cui attingere per essere testimoni credibili tra la gente del nostro tempo.
Un altro esempio di vicinanza al territorio è a Battipaglia in cui, grazie al Signore, con il laboratorio socio-politico Coscienza sociale, l’Ac di Sant’Antonio di Padova è impegnata a studiare la dottrina sociale della Chiesa, i cattolici e le persone di buona volontà che hanno fatto sintesi tra fede e vita ovvero che sono stati uomini e donne coerenti nella legalità.
Coscienza sociale stimola non solo i soci, ma un po’ tutta la cittadinanza a documentarsi su quanto accade in città, sollecita l’amministrazione ad un sano confronto sulle cose da fare, ha un sito aggiornato che racconta la vita delle comunità salernitana, propone dossier su varie tematiche. Il laboratorio è un’iniziativa di missione civica che persegue l’obiettivo generale di educare alla cittadinanza responsabile nella ricerca costante del bene comune.
L’attenzione ai clochard, le giornate ecologiche, la sollecitazione di comportamenti sobri durante i festeggiamenti natalizi, la mostra su Aldo Moro, i convegni sull’usura e le associazioni che la contrastano, sul ricordo del Presidente Bachelet a 40 anni dalla sua barbara uccisione e sulla fiscalità a sostegno delle famiglie, la richiesta all’amministrazione ed al consiglio comunale di non perdersi in risse, la denuncia delle condizioni carcerarie e la necessità di porre la rieducazione al centro dell’azione governativa ….sono alcune delle iniziative dell’Azione Cattolica con il laboratorio Cs.
Si tratta chiaramente di una goccia nell’oceano, ma se non ci fosse, l’oceano sarebbe più piccolo (Madre Teresa di Calcutta) ed occorre continuare su questa strada cercando di coinvolgere altre persone e coordinarsi con altre realtà presenti sul territorio per lavorare in sinergia.
È importante mantenere l’attenzione sui problemi sociali, pregare per i politici, riflettere, fare discernimento, dare consiglio. Quante volte lo abbiamo fatto? Quante volte abbiamo discusso dell’impegno dei cattolici in Politica? Il bene comune, ossia l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente è ricercato con vigore dai cristiani? Chi deve occuparsi e preoccuparsi dei poveri, dei disoccupati, delle famiglie, della lotta alla criminalità organizzata, della violenza sulle donne, della devianza minorile, della disoccupazione, della cura e custodia del Creato, delle tante guerre sparse nei vari continenti…? Tante domande a cui non va data questa risposta: “Non tocca a me, ci deve pensare lo Stato”. Forse, ed ancora peggio, restiamo indifferenti senza discutere e ricercare soluzioni.
L’indifferenza veniva fortemente contestata dal venerabile Giorgio La Pira, sindaco indimenticato di Firenze negli anni ’60, capace di muoversi con dialogo, amore e competenza sia per le strade della città che nel mondo intero all’indomani della minaccia della terza guerra mondiale. La Pira, sindaco vicino agli ultimi e profeta della pace, non sopportava il disimpegno, rimproverava chi era solito dire che la Politica è una cosa sporca. Egli credeva nell’impegno dei cattolici in Politica, lo sollecitava e cercava di sanare le ferite delle varie periferie esistenziali.
Un altro aiuto per vivere meglio il rapporto con le Istituzioni politiche ci viene da Aldo Moro, uomo buono, saggio, dedito alla famiglia e capace di costruire ponti in una società dilaniata dal terrore, incontrò “sorella morte” in un modo barbaro ed alla fine di una prigionia lunga 45 giorni avvolta in una serie di misteri. Rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio dello stesso anno dalle Brigate rosse, Moro fu un esponente autorevole del cattolicesimo democratico ed un padre costituente, proprio come La Pira, più volte ministro della Repubblica italiana e presidente del Consiglio. Egli ricercava le “cose di lassù’” mettendo al centro la dignità dell’uomo, non rifuggiva il suo tempo, ma lo attraversava con mitezza e speranza.
L’impegno in Politica veniva sollecitato il 30 aprile 2017 da Papa Francesco in occasione del 150° anniversario della nascita dell’Azione Cattolica in cui spronava tutti i soci ad occuparsi della politica… con la P maiuscola, a gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, ad essere uomini e donne caritatevoli, nessuno deve sentirsi estraneo al grido del povero e nessuno è esonerato dal preoccuparsi, quindi della giustizia sociale. Il cristiano secondo il Papa, attraverso la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale, deve allargare il cuore delle parrocchie per incontrare tutti. Papa Francesco con le encicliche Fratelli tutti e Laudato Si’ e l’esortazione Laudate Deum ritiene fondamentale mettere al centro la dignità dell’uomo e rispettare la Casa comune in ogni circostanza.
In questo cammino per rendere migliore il nostro approccio al sociale ed al politico ricordiamo la testimonianza di San Paolo VI, secondo cui la politica è la carità in grande, una forma di amore, che cerca di dare risposte strutturali ai problemi della povertà, dell’occupazione, dell’ordine pubblico, della sanità, della pubblica istruzione, dell’ambiente. Grande fu la sua opera per un’Italia migliore nel dopoguerra e durante gli anni ’70; il papà ‘seminava’ nella Fuci per coltivare la futura classe dirigente della Dc; egli educava la “meglio gioventù” a diventare classe dirigente con stile cristiano e democratico. Durante la stagione del terrorismo e, in particolare, in occasione del rapimento e dell’uccisione dell’amico Aldo Moro, Paolo VI più volte richiamò al dialogo, alla concordia, al senso dello Stato.
Sollecitazioni significative per l’impegno dei cattolici nella Politica sono venute da Vittorio Bachelet secondo cui occorre, in primis, pregare per i politici proprio perché sono esposti in modo speciale alla tentazione dell’ambizione, dell’invidia, del compromesso. Essi hanno responsabilità speciali e devono prendere decisioni e, pertanto, vanno supportati dalla nostra preghiera.
Bachelet riteneva che la democrazia è conquista e vittoria quotidiana contro la sopraffazione, è difesa dei diritti faticosamente conquistati. Questa non è la via più lunga per una maggiore giustizia nella società: è l’unica via.
Non resti lettera morta – è da ribadire – la frase di Paolo VI secondo cui la Politica è una delle forme più alte della carità, perché la Politica è servire il bene comune.
Se seguissimo queste splendide parole vissute in modo vero, di cosa dovremmo avere paura?
Ed allora, occupiamoci un po’ di più del sociale, del politico, dell’ambiente, di economia, delle periferie, dei poveri, della sanità… per essere buoni cittadini degni del Vangelo.
Marcello Capasso