Resilienza è una parola che abbiamo sentito pronunciare molte volte in questo ultimo anno e mezzo. Ognuno di noi, soprattutto durante il periodo che ci ha costretti a casa, è stato chiamato ad accettare i limiti di questa costrizione ma anche a superarli traendone qualcosa di positivo. Ognuno di noi è stato chiamato a essere resiliente. Così come i singoli anche le coppie si sono ritrovate a vivere insieme ogni istante della giornata. Coppie che prima uscivano da casa al mattino e rientravano la sera per impegni lavorativi si sono ritrovate a con-dividere tutto. Ecco, la condivisione è una delle caratteristiche secondo noi, che una coppia resiliente deve avere. Ce lo dice anche la Bibbia, nel matrimonio cristiano due persone diverse, in Cristo diventano una sola carne.
Le difficoltà in una coppia sono tante: idee contrastanti sull’educazione dei figli, delusioni lavorative, sogni e aspettative diversi che portano spesso a litigi. È per questi motivi futili che anche noi due ci siamo ritrovati ad un certo punto del nostro cammino insieme a non avere più una parola dolce l’uno per l’altro, giornate trascorse di corsa, pensando solo a ciò che ci circonda fuori dal tetto familiare e addormentarsi senza dirsi semplicemente buonanotte. Ma se quotidianamente si prova a condividere con il proprio coniuge ogni cosa negativa o positiva che sia, se tutto viene diviso e affrontato insieme, si supera. Se alla condivisione aggiungiamo la fiducia, l’accoglienza e l’abbandono e proviamo a fidarci di Dio, ad abbandonarci l’uno all’altro nell’accoglienza come Dio ci accoglie allora sì che si cammina insieme e si supera qualsiasi problema. Perché una coppia resiliente non molla al primo ostacolo, cammina insieme e anche se il cammino è pieno di croci, ricordiamoci che dopo la croce c’è la Resurrezione. Ritornando alla pandemia, volendo trarre qualcosa di positivo da essa, diremmo che ci ha abituati a guardarci negli occhi, allora noi ci sentiamo ora di suggerire a tutte le coppie:
quando guardiamo gli occhi del nostro coniuge dobbiamo pensare di guardare gli occhi di Gesù e vedere in quegli occhi lo sguardo di Gesù su di noi.
Antonietta Marino e Baldassarre De Santis