Nell’incontro di formazione Educati alla Speranza, i presidenti parrocchiali con i responsabili ed educatori sono stati chiamati a confrontarsi con il tema della Speranza.
Perché il giubileo del 2025 mette al centro la virtù della Speranza?
Da credenti e come laici di AC siamo sollecitati ad approfondire questa dimensione, troppo spesso dimenticata o ridotta ad un generico ottimismo, insufficiente a sostenere il peso dell’esistenza.
Ciascuno, in prima persona, ha dovuto rispondere alle sollecitazioni sul tema da parte del prof. Paolo Romano (storico, giornalista e poeta) che ha fatto un excursus storico, partendo dal mondo pagano con il mito di Pandora, passando per Dante, Dickson, Caravaggio, fino ai nostri giorni.
Un Poema di gruppo
Ognuno, ha composto una terzina traducendo, in linguaggio poetico, la riflessione personale sulla speranza. Le terzine sono state assemblate con quelle degli altri producendo un POEMA di gruppo. In plenaria si è messa in scena l’opera completa formata da 10 poemi sulla Speranza scritti dai soci di AC!
Sorprendente la produzione per qualità e quantità, in poche ora abbiamo messo in forma un componimento ricco di tante sfaccettature e diversi aspetti. Esso stesso si è rivelato un segno di Speranza per il modo con il quale è stato generato. Superando resistenze, mettendosi in gioco, lasciandosi ispirare, provandoci, ciascuno è venuto fuori con il proprio pensiero originale; successivamente la forza del gruppo, capace di creare collante ed unione, ha generato qualcosa di unico ed inaspettato da voler, poi, far sapere agli altri. La condivisione con gli altri gruppi rafforza il lavoro, da valore, genera identità. Dopo quest’esperienza sappiamo che abbiamo un pensiero comune sulla speranza, frutto del contributo di tanti, da cui tanti ancora possono continuare ad attingere ispirazione ed allargare la produzione corale, come sempre l’Azione Cattolica insegna a fare.
Educare alla Speranza
L’ascolto del poema comune ha ispirato anche la riflessione di don Vincenzo Gallo che, nel suo intervento, ha sapientemente messo in relazione il desiderio con l’attesa. Per un’educazione alla speranza occorre riscoprire il desiderio (senza timore interrogarsi su quali sono i desideri profondi che albergano nel nostro cuore!) e saper attendere. Senza desiderio non può esserci attesa, così come senza attesa non può esserci desiderio. Questa dinamica è il presupposto per fare delle scelte che orientano le azioni quotidiane e che ci rendono pellegrini di Speranza.
L’obiettivo, nell’anno del giubileo, è rendere i nostri gruppi di AC, palestre in cui ci si allena: ragazzi, giovani, adulti che si sentono responsabili della Speranza, imparando ad attingere forza dalla sorgente inesauribile della Speranza che è il Vangelo.
Pubblichiamo a puntate i 10 poemi sulla Speranza, invitando ad accogliere, meditare, vivere e far vivere la virtù che da ossigeno alla Vita e che collega Cielo e Terra, per noi che siamo, qui, pellegrini.