La natura corpuscolare della Speranza – “Come un fico piantato nella vigna”
Il parallelismo con la teoria fisica (per la precisione: ottica) della “natura corpuscolare della luce” è quello che all’indomani dell’incontro è venuto alla mente e che meglio mi aiuta a fare una stretta sintesi dell’incontro vissuto a Giovi il 22 marzo: la Speranza è sustanza è materia viva ed è palpabile.
È questo il filo che lega l’incontro del Settore Adulti a quello unitario per responsabili, animatori ed educatori che si è avuto a Battipaglia il 26 Gennaio 2025.
In quella sede con una esperienza immersiva, guidata da Paolo Romano, riflettemmo sulla natura incarnata della Speranza fino ad arrivare alla consapevolezza che di fatto e “sustanza”.
Ha quindi una natura corpuscolare, non è un concetto o una teoria astratta ma è carne viva è nella nostra natura.
Lo studio che ha mosso l’equipe del settore adulti nelle fasi di preparazione dell’incontro del 22.03 è stato proprio “innescato” da questa riflessione: da cristiani quali semi di Speranza piantiamo e quanta “fatica” facciamo affinché germoglino, fioriscano e diano frutto? Soprattutto quanto di tutto questo impegno si riflette sulle nostre vite, fuori dalle esperienze associative e parrocchiali? Quanto ne testimoniamo nel lavoro, nelle relazioni con amici e colleghi, in famiglia?
In pratica, tornando alla Assemblea diocesana del 2024, come ci ha richiamato la nostra Presidente nella chiusura dell’incontro, quanto “sappiamo stare nella complessità” della vita reale?
Il lavoro di preparazione fatto dall’equipe del settore Adulti è stato denso ed ha rappresentato un tratto del cammino di fede ed associativo che abbiamo condiviso, grazie al confronto e in particolare al contributo del nostro segretario diocesano del MLAC, Orazio Borgna.
Orazio ha arricchito la discussione presentando i documenti che il MLAC nazionale ha diffuso per la festa di San Giuseppe, siamo così arrivati alla sintesi dell’immagine biblica che ci ha fatto da guida in questo incontro, Lc. 13,6-9 “Come un fico piantato nella vigna”.
Da questa riflessione sono scaturite le domande guida che sono la proiezione dell’esistenza de contadino sulle nostre: nell’ambiente che il Signore ci ha donato, siamo disposti a zappare, concimare, accudire il fico affinché dia frutto e non venga tagliato? Quali buone pratiche, quali “fatiche” facciamo perché le nostre azioni, le nostre parole siano semi di Speranza nel quotidiano, quello concreto del giorno che è oggi.
Come stile dell’AC insegna, si è lavorato per avere un confronto quanto più stimolante possibile, una vista oltre i nostri confini, articolando il tutto anche in modo “diverso” dove tutto è stato parte dell’insieme, anche la tecnica narrativa utilizzata, si è voluto utilizzare un modo diverso di narrare e legare gli interventi pensati, anche la “tecnica2 è stata testimonianza di Speranza.
Abbiamo quindi incrociato quattro cammini di adulti credenti, amici di AC (…chi prima chi dopo ha sempre avuto a che fare con l’AC) che hanno dato testimonianza di come nei diversi ambiti di impegno declinano il loro impegno ad essere testimoni di Speranza e cosa è per loro la Speranza nel quotidiano.
Abbiamo così potuto toccare la fiducia, il coraggio e la determinazione di Carmine che arrivato ad un’età in cui molti vedono la loro esperienza lavorativa compiuta e si ripiegano su loro stessi aspettando che si compia il tempo per il ritiro dal mondo lavorativo, lui invece si è rimesso in gioco, spinto dalla ricerca di essere sempre utile e protagonista del disegno del Signore per lui e per la sua famiglia. Ha ribadito che si può restare “puliti” anche in ambienti di lavoro dove la strada facile a volte si presenta come una sirena ammaliatrice ma che la coerenza e la correttezza rendono sordi a questi facili richiami
Anna: quanta Speranza nelle parole che ci ha donato. Non si può restare indifferenti all’impegno che Anna mette in tutti i suoi giorni, che spende costantemente per essere testimone di Speranza, sorprende sempre la naturalezza disarmante con la quale racconta le tante cose che segue e cura, perché è proprio nella sua natura. Ci ha condiviso anche di come nel suo impegno politico ha sempre tenuto alta l’attenzione per gli ultimi per chiunque le chiedesse aiuto, senza preoccuparsi delle critiche, perché alla fine quel che resta è il bene e fare il bene non può essere etichettato.
Antonio ci ha aperto il suo album dei ricordi di AC, ha voluto condividere con noi i suoi inizi in AC, speriamo di avergli fatto venire un po’ di nostalgia e vederlo presto tra di noi ancora.
Antonio ci ha soprattutto aiutato a capire la figura di chi da imprenditore mette passione, competenza, risorse al fine di realizzare qualcosa che resti sul territorio che possa contribuire alla crescita e promozione del tessuto sociale della nostra realtà cittadina. Ha dato la sua testimonianza di coltivatore di Speranza, nel gestire la sua attività e anche nell’impegno che ha profuso nelle diverse associazioni in cui ha ricoperto ruoli di responsabilità, sempre considerando la persona “imprenditore” e la persona “lavoratore”, concretizzando (incarnando) il concetto astratto di “lavoro” che spesso viene utilizzato per idealizzare ed allontanare dalla realtà queste tematiche. Ci ha trasmesso come la passione e la resilienza possano essere strumenti utili per coltivare la Speranza e come un consumo responsabile può essere utile per attivare dinamiche produttive che contribuiscono al benessere di un territorio.
Vincenzo che ha guidato l’incontro, ha messo tutta la sua professionalità competenza ed empatia affinché ciascuno di noi vivesse a pieno l’incontro, ci ha fatto restare concentrati ed attenti con i piedi per terra tenendo alta l’attenzione di tutti per non perderci nessuna parola, nessuna sfumatura ma ha anche saputo rendere leggero il nostro cuore affinché volasse alto.
È stata un incontro denso che speriamo abbia piantato semi di Speranza in tutti noi
Tutta questa bellezza è stata possibile anche grazie all’ottimo supporto logistico dato dalla Unità Pastorale di Giovi, Sonia, la presidente, ha fatto un lavoro incredibile con tutta l’AC parrocchiale. Ha attivato tutti i contatti della rete di associazioni che in questi anni con grande lavoro sta costruendo sul territorio di Giovi e chi ha regalato una location ed un supporto notevole, dalla celebrazione dei Vespri, guidati da don Emmanuel, sulla terrazza con vista sul golfo fino alla cena finale.
Ospiti:
Carmine Calvanese:
da socio di AC ha attraversato tutte le età, oggi da adulto ha fatto una scelta, ha lasciato l’impiego da dipendente per mettere a frutto la professionalità che si è costruito mettendosi in proprio in un settore complesso come quello del trattamento rifiuti speciali.
Anna Petrone:
si è da sempre impegnata nel mondo sociale e associativo e lavorativo per creare e promuovere percorsi di pari opportunità. È stata eletta nello scorso Consiglio Regionale occupandosi sempre di politiche sociali.
Antonio Ilardi:
è stato segretario del MSAC, ingegnere, impegnato sul territorio come imprenditore ed anche negli organi rappresentativi di: Confindustria fino al livello nazionale, Confcommercio, Aeroporto di Salerno dove è stato presidente, Federalberghi.
Conduttore
Vincenzo Aliberti:
cofondatore nel 2012 con altri amici di AC prima della libroteca: “Saremo Alberi” che poi nel 2017 diventa cooperativa sociale che si occupa di progettazione e gestione di servizi culturali per infanzia e la famiglia, ricerca sociale, formazione ed implementazione di servizi sperimentali per la persona e la famiglia.