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Prima tappa della Scuola di formazione diocesana sulla Dottrina Sociale della Chiesa

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Schematizzando i preziosi appunti di Pino potremmo raccogliere i seguenti passaggi:

Sezione 1: Fede e Storia

Si è aperto l’incontro riflettendo sul coinvolgimento dei cristiani nella vita pubblica, richiamando la Gaudium et Spes si è affermato che la salvezza non deriva dalla politica, ma che la fede deve essere il motore di un impegno volto alla solidarietà ed azione concreta nel mondo. Si è richiamato il Vangelo di Luca con riferimento alla parte dedicata alle opere di misericordia, collegandole alle responsabilità etiche e politiche. PA ci ha avvertito di restare saldi contro gli integralismi e ha sottolineato la necessità di un dialogo nella città pluralistica, senza però dimenticare l’obiettivo ultimo del Regno di Dio. La laicità e il pluralismo non implicano silenzio o neutralità su questioni di giustizia e bene comune. Il ruolo dei cristiani deve essere visibile e non sottotraccia senza “mettere in parentesi la fede”, testimoniando chiaramente che non tutte le scelte politiche sono compatibili con la fede.

Sezione 2: Il Magistero Pontificio nell’età tecnologica

Questa sezione ha analizzato l’impatto della tecnologia e del consumismo sulla società, evidenziando il rischio dell’onnipotenza della ragione senza la guida della fede. Citando Benedetto XVI, PA ha sottolineato l’importanza del “coraggio per la verità” e la necessità di un’etica sociale nell’economia e nell’impresa. Si è sottolineato l’impegno della Dottrina Sociale Cristiana nella promozione della giustizia e della solidarietà, un’esperienza condivisa anche da non credenti. Si è argomentato ai documenti dei diversi papi (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Francesco) e alle loro encicliche (Gaudium et Spes, Centesimus Annus, Laudato Si’) per sottolineare la continuità nella condanna del marxismo e del liberismo sfrenato, entrambi visti come sistemi oppressivi. Si conclude affermando che la fede non può prescindere dalle opere, ma le opere non esauriscono la fede.

Sezione 3: La DSC in un tempo scettico

Questa parte si è concentrata sulla necessità di un dialogo pubblico tra fede ed etica, contrastando la tendenza a relegare la Chiesa a un ambito puramente privato. Si sottolinea la posizione della Chiesa su temi importanti, difendendo allo stesso tempo il diritto dei credenti alla libera espressione. L’autore ha approfondito l’ecologia umana di Papa Francesco, collegandola al bene comune e alla solidarietà, con una forte enfasi sui più poveri e i diritti umani. La chiusura si è orientata alla necessità di mantenere sempre viva la prospettiva del Regno di Dio come obiettivo ultimo dell’azione cristiana nella società.

In sintesi, il nostro prof. Pino Acocella ha ribadito e presentato la visione della Dottrina Sociale Cristiana che promuove un attivo e visibile impegno nella società, sempre solidamente fondato sulla fede e sull’obiettivo del Regno di Dio, senza cadere né nell’integralismo né nell’indifferenza. Si è sottolineato la necessità di un dialogo costruttivo con la società, senza rinunciare a esprimere pubblicamente i principi cristiani su questioni etiche e sociali fondamentali.

Ci si “porta a casa” tanto ma soprattutto la consapevolezza che lo studio e l’approfondimento dei testi è un lavoro essenziale per capire chi siamo e quali riferimenti abbiamo per fare scelte consapevoli coerenti, coraggiose, non possiamo improvvisare, ne siamo consapevoli e adesso ne vediamo anche la bellezza.

In sintesi riprendendo l’ultima citazione regalataci da Pino: “ad essere cristiani si fa una gran fatica!”


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