Entriamo con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore nella Settimana Santa.
Mentre Gesù avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada Lc 19.36.
Entriamo anche noi a Gerusalemme con Gesù.
Ognuno di noi ha modo e occasione per collocarsi lungo questo percorso.
Un invito a entrare con tutti noi stessi.
Le porte di Gerusalemme sono aperte, Gesù non sarà vinto dalla paura, dopo la trasfigurazione, invitò i discepoli a scendere a valle, a non avere paura, oggi invita noi a non avere paura, dobbiamo entrare.
Per tanti, e forse per noi, la scelta di Gesù si tramuta in scandalo: colui che viene a liberare i poveri e i sofferenti fa l’esperienza della sconfitta, del silenzio di Dio, della morte.
Il «buon pastore» diventa «l’agnello immolato», il seminatore diventa il grano che muore, il Signore diventa il servo sofferente annunciato dai profeti (vedi Is 50,4-7). Il crocifisso non appare solo come uno sconfitto; egli è, per tutti i presenti, il «maledetto da Dio».
Qual è dunque questo Dio che si dice e si dona attraverso la morte di Colui che egli manifesta come suo Figlio?