«Come al finir dell’inverno torna la stagione estiva e il navigante trascina in mare la nave, il soldato ripulisce le armi ed allena il cavallo per la lotta, l’agricoltore affila la falce, il viandante rinvigorito si accinge al lungo viaggio e l’atleta depone le vesti e si prepara alle gare; così anche noi all’inizio di questo digiuno, quasi al ritorno di una spirituale primavera forbiamo le armi come i soldati, affiliamo la falce come gli agricoltori, e come nocchieri riassettiamo la nave del nostro spirito per affrontare i flutti delle assurde passioni, come viandanti riprendiamo il viaggio verso il cielo e come atleti prepariamoci alla lotta con lo spogliamento di tutto. Il fedele è agricoltore, nocchiero, soldato, atleta e viandante».
Se Giovanni Crisostomo chiedeva al popolo antiocheno di riscoprire la quaresima come una vita rinvigorita e un cammino da Dio sospinta ad uscire, a esplorare, a lavorare e a impegnarsi, come AC all’inizio dell’annuale esercizio del sacramento quaresimale non possiamo non chiederci cosa il Padre nel segreto stia suggerendo a ciascuno di noi attraverso lo Spirito, dono battesimale e vero protagonista di questo tempo.
Stiamo attenti perché solo così la Pasqua, cioè la vittoria di Cristo sugli inverni del mondo, sarà celebrata e partecipata da Lui anche per mezzo nostro.