Il diavolo invita l’uomo a dire, a parlare, persino con le pietre; nel deserto Gesù ci invita a tacere e ad ascoltare quel soffio leggero che è la Parola di Dio – il suo amore per noi, la fiducia che ha in noi, il suo volto come Figlio del Padre – affinché venga custodito nel cuore.
Non abbandonarci alla tentazione di parole vuote e senza cuore.
Il diavolo promette che “tutto sarà suo”; Gesù ricorda il datore di ogni dono, quell’unico Signore da ringraziare e da invocare affinché venga il Suo regno, non il nostro.
Non abbandonarci alla tentazione di conquiste egoistiche.
Sul punto più alto del tempio il diavolo distoglie il culto in una preghiera omicida, in una lettura, traduzione e interpretazione della scrittura senza lo Spirito di vita; Gesù riconosce diritti e doveri, così come l’avversione alla vita contraria alla Parola di Dio – “che si converta e viva” (Ez 18,23; 33,11) – e vince, sotto la guida dello Spirito, con il rispetto alla vita, che, con tutta la prova e la tentazione, viene amata e donata, ma non abbandonata.
Non abbandonarci alla tentazione di una mortifera vita.